La Transizione 5.0 è, come suggerisce il nome stesso, l’evoluzione del precedente piano 4.0: il tema qui non è solo digitalizzare e automatizzare i processi, ma renderli al contempo più sostenibili, trasparenti e orientati all’efficienza energetica.

Il Piano, introdotto dal Governo italiano in linea con gli obiettivi europei di decarbonizzazione e di rafforzamento della competitività industriale, mette a disposizione incentivi mirati a supportare investimenti in tecnologie innovative capaci di coniugare produttività e sostenibilità.

Secondo i dati diffusi¹ dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy, a partire dal 2024 gli stanziamenti complessivi ammontano a 6,3 miliardi di euro, destinati soprattutto a interventi per la riduzione dei consumi energetici, la gestione intelligente dei processi e l’adozione di sistemi digitali avanzati. Le imprese che sapranno cogliere queste opportunità potranno non solo ridurre i costi operativi, ma anche aumentare la loro resilienza in un mercato sempre più regolamentato e competitivo. Bisogna tuttavia segnalare che i tempi sono stretti: al momento il piano ha come termine il 31 dicembre 2025, con alcune deroghe a febbraio 2026, il che lascia margine per alcune iniziative.

Gli incentivi disponibili

Il quadro normativo prevede un meccanismo di crediti d’imposta differenziati in base alla tipologia e all’impatto degli investimenti. Le agevolazioni sono calcolate sulla base della riduzione dei consumi energetici e premiano le imprese che adottano soluzioni integrate in grado di generare benefici misurabili.

In particolare, i contributi si applicano a progetti che includono:

  • tecnologie abilitanti digitali (IoT, Big Data, Intelligenza Artificiale, Cloud, sistemi di produzione additiva);
  • interventi di efficientamento energetico sugli impianti e sulle linee produttive;
  • integrazione di fonti rinnovabili e sistemi per il monitoraggio in tempo reale dei consumi;
  • strumenti per la rendicontazione ESG, in coerenza con la Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD).
transizione 50

Questa impostazione incentiva un approccio olistico: introdurre macchinari o strumenti più efficienti non è sufficiente; occorre ripensare in chiave digitale e sostenibile l’intera catena del valore.

Tecnologie chiave per la Transizione 5.0

La normativa si innesta su un ecosistema tecnologico in rapida evoluzione. Tuttavia, il punto di partenza, quelle che in molti casi vengono definite tecnologie abilitanti, sono in realtà prodotti e soluzioni già esistenti sul mercato e ampiamente adottate.

Ricordiamo qui alcune delle principali:

  • Cloud e migrazione sicura: l’adozione di infrastrutture cloud semplifica l’accesso a potenza di calcolo e risorse avanzate, riduce i costi fissi e abilita scenari di collaborazione distribuita.
  • Data Fabric e gestione integrata dei dati: piattaforme come i moderni data fabric permettono di superare la frammentazione informativa e di trasformare i dati in asset strategici per analisi predittive e decisioni data-driven.
  • Manifattura digitale: sistemi di Manufacturing Execution e digital manufacturing consentono di monitorare la produzione in tempo reale, ridurre sprechi, migliorare l’efficienza energetica e integrare metriche ESG.
  • Product Lifecycle Management (PLM): integrare la sostenibilità nel ciclo di vita del prodotto significa progettare, sviluppare e dismettere beni riducendo al minimo l’impatto ambientale, in linea con le richieste del mercato e con le normative europee.
  • AI e copiloti generativi: gli assistenti virtuali intelligenti consentono di automatizzare attività ripetitive, offrire analisi predittive e ottimizzare la gestione della knowledge base aziendale.
  • Gestione della sostenibilità: strumenti digitali dedicati alla governance ESG permettono di raccogliere, standardizzare e rendicontare i dati ambientali, sociali e di governance secondo gli standard europei, facilitando la compliance normativa e la trasparenza verso gli stakeholder.

Sostenibilità e crescita: due obiettivi mai così vicini

Uno dei punti centrali della Transizione 5.0 è la connessione tra innovazione e sostenibilità. L’adozione di nuove tecnologie è finalizzata senza dubbio a migliorare la produttività, ma tenendo in considerazione consumi, emissioni e sprechi con l’obiettivo di ridurli.

La sostenibilità, da vincolo normativo, si trasforma così in opportunità competitiva: le aziende che integrano metriche ESG nei processi produttivi hanno maggiori possibilità di attrarre investitori, consolidare la fiducia dei clienti e ottenere vantaggi fiscali. Strumenti come il Green Ledger, che allinea dati ESG e dati contabili, consentono di gestire la sostenibilità con la stessa precisione della contabilità finanziaria.

La roadmap di avvicinamento a Transione 5.0

Come abbiamo accennato, i tempi per accedere al Piano sono piuttosto stretti. Per questo occorre intraprendere un percorso che, pur tenendo conto della gradualità necessaria per l’azienda, si muova su tappe e obiettivi certi. Lo abbiamo riassunto qui in alcune delle fasi principali:

  1. Analisi preliminare dell’impatto energetico e digitale dei processi.
  2. Identificazione degli investimenti incentivabili e definizione delle priorità.
  3. Integrazione di tecnologie digitali e sostenibili nei sistemi aziendali.
  4. Gestione e rendicontazione dei dati ESG, come parte integrante delle strategie di business.
  5. Formazione e change management per garantire che le nuove soluzioni vengano adottate con efficacia da tutta l’organizzazione.

Un nuovo modo di pensare i modelli industriali

La Transizione 5.0 supera l’idea del piano precedente di essere un semplice strumento per il rinnovamento tecnologico. Diventa, infatti, un’occasione per ripensare i modelli industriali italiani in chiave sostenibile e innovativa. Le aziende che sapranno integrare tecnologie digitali, gestione avanzata dei dati e criteri ESG avranno la possibilità di trasformare i vincoli normativi in vantaggi competitivi, riducendo i costi, aumentando l’efficienza e garantendo la propria resilienza nel medio-lungo periodo.

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